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Archive for the ‘tempi duri’ Category

Dopo un inizio in sordina, il nuovo governo è in procinto di varare le prime misure per risolvere i problemi che attanagliano la sempre più tremebonda società italiana. E’ stato infatti diramato alle agenzie la bozza del cosiddetto “pacchetto Maroni”, provvedimento di legge che si propone di regolare i flussi migratori a suo tempo oggetto della “Bossi-Fini” e, nel contempo, colpire con fermezza coloro che minano l’ordine e la sicurezza interna. Ecco l’articolo che riguarda le nuove norme sulle espulsioni. Il comma finale è stato vergato (nel senso letterale del termine) da Bossi in persona:

1. Per motivi di ordine pubblico o di sicurezza dello Stato, il Ministro dell’interno può disporre l’espulsione, dandone preventiva notizia al Presidente del Consiglio dei Ministri e al Ministro degli affari esteri.
L’espulsione è disposta dal prefetto nel caso il cui il soggetto sia:

Omosessuale (ma solo se sfila in piume di struzzo invece che in giacca e cravatta al Gay Pride), Rom, immigrato clandestino (ma non badante), rifiuto umano (solo se abbandonato in strada) fuoriuscito dallo Zimbabwe e proveniente dalla Spagna di Zapatero, un po’ ebreo (ma non sionista) e un po’ musulmano (meglio se talebano), simpatizzante comunista con ascendenze cinesi, magistrato giustizialista, ex opinionista di una trasmissione RAI di approfondimento giornalistico. Meglio se un po’ terrone.

“Chi risponde a queste caratteristiche è semplicemente avvertito” – ha dichiarato con il consueto linguaggio semplificatorio il ministro per la semplificazione legislativa Calderoli (che indossava una T-Shirt nuova fiammante con su scritto “Frankie Say Relax PdL Just Do It”) – “da domani RAUS!”.

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– Bruciare la bandiera di Israele: GRAVE GRAVE (son comunisti…);

Ammazzare a calci e pugni un ragazzo per futili motivi: gravino (son ragazzi…);

Non dare alla Prestigiacomo il ministero del Welfare: GRAVISSIMO.

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He’s a real nowhere Man,
Sitting in his Nowhere Land,
Making all his nowhere plans
for nobody.

Doesn’t have a point of view,
Knows not where he’s going to,
Isn’t he a bit like you and me?
Nowhere Man, please listen,
You don’t know what you’re missing,
Nowhere Man, the world is at your command.

He’s as blind as he can be,
Just sees what he wants to see,
Nowhere Man can you see me at all?

Nowhere Man, don’t worry,
Take your time, don’t hurry,
Leave it all till somebody else
lends you a hand.

Doesn’t have a point of view,
Knows not where he’s going to,
Isn’t he a bit like you and me?
Nowhere Man, please listen,
You don’t know what you’re missing,
Nowhere Man, the world is at your command.

He’s a real Nowhere Man,
Sitting in his Nowhere Land,
Making all his nowhere plans
for nobody.
Making all his nowhere plans
for nobody.
Making all his nowhere plans
for nobody.

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A Roma (Rome), sulla scia dei risultati nazionali, sembra profilarsi una clamorosa affermazione del candidato di centro-destra Gianni Alemanno. “Ora Roma volta pagina” ha sibilato il sindaco in pectore trapanando i timpani dei giornalisti con la sua inconfondibile voce nasale degna del doppiatore originale del Donald Duck della Disney.

Dai loro spaziosi loft, gli ambienti radical chic dell’entourage del candidato liberal Francesco Rutelli, grande sconfitto della battaglia per la capitale, non lasciano invece ancora trapelare reazioni. Fino a poche ore fa, il caucus dei democrats ostentava ancora fiducia ed ottimismo (in Obama we trust). Eppure nei giorni del ballottaggio non erano mancati alcuni infausti segni (signs) premonitori.

La proposta dei bracciali anti-stupro (no rape bracelets) – accolta trionfalmente dal signor Beghelli (Mr. Savelife Beghelli) – aveva infatti lasciato tiepide le donne romane, da sempre attente ai dettami della moda (fashion), moda che quest’anno vieta assolutamente questo accessorio. Rutelli aveva ripiegato proponendo il borsello antiscippo (no rape bag), accessorio unisex molto anni ’70 (so seventies). Ma – si sa – l’uomo in “ello” (the ‘Hollow’ man), cioè con borsello (bag), cappello (hat) e ombrello (umbrella) non è più un must da quando il jeans (denim) a vita bassa ha preso il posto dei pantaloni a zampa di elefante (elaphant-legged trousers).

Il colpo finale (the final knock down), però, è giunto quando ieri, di ritorno dal seggio elettorale, Rutelli ha voluto fermarsi a colloquio con alcuni cittadini (citizens). Volendo lasciare un ultimo segno di simpatia, il candidato del partito democratico (democratic party) si è avvicinato – come già aveva fatto Walter Veltroni (Uolter Ueltroni) – ad un bimbo particolarmente gracile per essere immortalato dai fotografi. Il bimbo, dotato di uno sguardo particolarmente intenso, gli ha sussurrato (whispered) alcune strane parole all’orecchio (ear). Erano in inglese, anzi in slang americano, idioma particolarmente caro al candidato (candidate) democratico.

Non è dato di sapere con precisione che cosa abbia sussurrato il bambino. Ma l’espressione di Rutelli nella foto – che riportiamo così come è stata diffusa dalle agenzie – è comunque emblematica.

De profundis clamavi ad te…

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“Al futuro o al passato, a un tempo in cui il pensiero è libero, quando gli uomini sono differenti l’uno dall’altro e non vivono soli… A un tempo in cui esiste la verità e quel che è fatto non può essere disfatto. Dall’età del livellamento, dall’età della solitudine, dall’età del Grande Fratello, dall’età del Bipensiero… tanti saluti!”

Winston Smith

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Ha suscitato scalpore e meraviglia la notizia dell’arresto dell’ex tronista Karim Capuano, già partecipante alla trasmissione “La Talpa”, avvenuto ieri notte a Milano.

Secondo la ricostruzione, Karim dopo essere salito su un taxi, ha cominciato inspiagabilmente a prendere a schiaffi il conducente che, impaurito, è fuggito a piedi. Il tronista rintronato, non contento, lo ha prima inseguito, poi, tornato sui suoi passi, è risalito sul taxi cercando di metterlo in moto per allontanarsi. A quel punto è intervenuta una volante che ha proceduto all’arresto per lesioni e furto aggravato.

Tradotto in carcere, Karim si è mostrato insofferente: al GIP che lo interrogava ha detto che parlerà solo nel confessionale; continua a rivolgersi al suo compagno di cella, un transessuale lombardo di nome Domenico (nome di battaglia Lola), chiamandolo “Maria”; durante l’ora d’aria chiede ripetutamente di poter “andare in esterna” con chiunque gli si avvicini; infine, evidentemente memore della sua ultima esperienza televisiva, ha fatto fallire un piano di evasione meticolosamente preparato da alcuni detenuti informando, come il più perfido dei delatori, gli agenti di custodia.

Un vero disastro, per uno che nel 2003 aveva girato un film – un action-movie alla camomilla con Tony Sperandeo (miiiiiinchia!) e la diplomata all’Actor’s Studio Barbara Chiappini – intitolato “Il Latitante“.

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