Cogne: Vespa a “Porta a Porta” con l’arma del delitto
27 marzo, 2007 di cymbalus
Pubblicato su articoli, attualità, cogne, cronaca, dibattito, media, notizie, porta a porta, Satira, sciacallaggi, televisione, vespa, violenza | 7 commenti
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Riflessioni di Michelangelo sul delitto Cogne alla vigilia del verdetto.
L’eroina complice innocente
LE PREMESSE:
La risposta che la Franzoni ha dato a Bruno Vespa a porta a porta su cosa chiederebbe all’assassino di suo figlio è molto inquietante.
Lei non vuole sapere chi ha ucciso suo figlio Samuele, ma chi c’era dietro quella mente alterata di coscienza.
Chi è il vero mandante dell’efferato delitto.
Quali motivazioni hanno potuto armare la mano che ha inferta una così crudele morte.
Lei pur sapendo come si sono svolti i fatti è sincera quando afferma di essere innocente, è sincera quando dice di essere sana di mente ed è sincera nel suo grande dolore di mamma.
Non lo è invece in tutto quanto non si configura con la sua proclamazione di innocenza.
E sono nate tante versioni, tanti indizi, tante armi del delitto, tante modalità, tanti orari, tanti sospetti, tanti indagati, e una sola possibile motivazione: il momento di follia.
Fiumi di interrogatori, sopraluoghi, sequestri, perquisizioni, filmati, foto, analisi, tesi di accusa, e di difesa in migliaia di atti processuali.
Se si aggiunge la campagna mediatica, giornalistica e televisiva il risultato a pochi giorni della sentenza è come un tzunami che avanza inarrestabile travolgendo coscienze su coscienze e come sempre spaccando in due l’opinione pubblica.
Ma come stanno veramente i fatti?
Io, Michelangelo, novello don Chisciotte ho la presunzione di poter dire la mia versione che, come sempre, non cambierà nulla, non sarò creduto ma non mi esime dall’affermare che la sentenza, purtroppo, legalizzerà o la condanna di una innocente o l’assoluzione di una reticente.
La signora Franzoni sarà l’eroina di Cogne, e cercherò di dimostrarlo
CIO’ CHE E’ DA PRENDERE IN CONSIDERAZIONE:
che l’autopsia non può stabilire con certezza l’orario dell’aggressione;
che potrebbe essere avvenuto anche mezz’ora prima;
che il fratello Davide poteva essere anche in casa;
che i colpi potevano essere stati dati con poca violenza, tantè che Samuele era ancora in vita quando arrivarono i soccorritori, ma furono tanti da portarlo alla morte;
che se i colpi fossero stati inferti da un adulto avrebbero provocato subito il decesso, tanto più con la forza aggiunta dallo stato di follia o di premeditazione;
che l’arma potesse essere uno scarpone o un mestolo e comunque valida per rompere il cranio di un bimbo di tre anni anche se i colpi fossero stati inferti senza forza ma nello stesso posto;
che l’arma si trovasse in casa e fosse a portata di mano e poi fatta sparire o lavata accuratamente e rimessa a posto;
che non era stata una notte tranquilla e che essendo intervenuta la guardia medica per un malore della madre, abbia, per il trambusto provocato, disturbato il bambino rendendolo irrequieto e piangente, tanto da essere stato portato nel letto grande.
CIO’ CHE E’ IMPROBABILE:
che l’assassino potesse venire dall’esterno, far combaciare tutti i tempi, uccidere e poi sparire nel nulla;
che la madre possa aver premeditato l’omicidio studiandolo e programmandolo fin nei più piccoli dettagli, per poi eseguirlo con lucidità e diabolica freddezza;
che la madre presa da un raptus di follia possa aver commesso il delitto e subito rimossolo dalla mente, anziché perdere la ragione per lo sgomento, lo scempio, il sangue, il dolore, la disperazione, ritrovasse la calma e la razionalità da far sparire ogni prova ed organizzare una così ferrea difesa;
che la madre dopo il delitto commesso in un momento di follia fosse rimasta a lungo in quello stato alterato di coscienza che gli avrebbe permesso di organizzare con freddezza la sua difesa, per poi rinsavire e telefonare al pronto soccorso con vera disperazione;
che la madre avesse potuto, dopo il delitto, fare tutto da sola;
che il vezzo di chiamare il figlio testone o nanetto abbia attinenza al Gesto, quanta invece ne ha l’espressione spontanea della madre al telefono nel dire che al figlio gli è scoppiata la testa riferendosi a ciò cha ha visto e non a ciò che ha fatto;
e a mio avviso impossibile che sia la madre l’autrice del delitto.
CIO’ CHE E’ PROBABILE:
che dopo la scoperta del delitto fossero stati chiamati i familiari o sentiti per telefono;
che il padre della Signora Franzoni, con la sua forte personalità ed il suo carisma avesse suggerito e messo in atto un piano perfetto che scagionasse il vero colpevole ma che non potesse essere accusata la figlia;
che questa linea di difesa fosse stata attuata immediatamente o dopo;
che la madre fosse al corrente del rischio di poter essere accusata del delitto e che fosse fermamente decisa a subirne le conseguenze;
che a colpire Samuele possa essere stato il fratello Davide;
che non ci fosse stata alcuna intenzione di uccidere, ma di punire, di dare una lezione;
che i colpi fossero stati inferti a mo’ di sculacciate per aver disturbato e pianto tutta la notte;
che per la rabbia di non aver potuto dormire la gestualità del colpire e le grida del bambino gli avessero provocato uno stato alterato di coscienza da non poter più fermare la sua mano;
che vi fossero altre e più profonde motivazione per punire Samuele;
che Davide, anch’esso bambino nutrisse una forte gelosia verso il fratello, e che ritenesse che le attenzione e l’affetto della mamma fossero solo per Samuele e non per lui che magari si riteneva spesso rimproverato senza motivo;
che Davide esasperato per la notte insonne avesse voluto dare una lezione al fratello;
che prima di colpirlo l’avesse potuto coprire con una copertina per non farsi riconoscere;
cha sorpreso durante o dopo il gesto dalla madre fosse stato portato fuori dalla stanza e che forse non avesse potuto vedere il sangue;
che magari avesse potuto rimuovere il gesto dalla mente o convinto solo di aver dato una lezione al fratellino si lasciasse vestire ed accompagnare al pullman per andare a scuola e magari dopo aver giurato alla mamma che insisteva, di dimenticare quello che era successo e di non dire a nessuno quello che aveva visto o fatto;
che tutti i familiari sanno la verità;
che lo sapesse anche l’avvocato Taormina, il prete della parrocchia e molti moltissimi compaesani che ne comprendono il sacrificio e ne giustificano e apprezzano il gesto;
CIO’ CHE CI SI CHIEDE.
E’ stato mai riportato Davide a casa sua?
Come mai fu interrogato dopo alcuni giorni dal delitto?
Come mai non fu interrogato subito, a caldo, da esperti psicologi, psichiatri e psicanalisti nei loro studi con le loro tecniche e nel crisma della ufficialità?
Che cosa c’era da temere se fosse risultato innocente?
E’ stata fatta una inchiesta su quanti bambini gelosi dei loro fratellini li picchiano, li buttano a terra o …. chi sa che altro?
Come mai molte mamme hanno portato i loro figli a casa della Franzoni se non fossero sicuri al cento per cento della sua innocenza?
Come mai i familiari non hanno mai avuto il minimo dubbio della innocenza di Anna, nemmeno un ombra di sospetto al punto di non temere di lasciarla sola con i figli?
Come mai il marito è così convinto dalla innocenza della moglie da fare un altro figlio?
Il più remoto sospetto ( perché lui non era in casa ) l’avrebbe fatto desistere da assecondare la volontà della moglie.
Come mai oltre alla perizia psichiatrica non è stata mai chiesta, anche solo come proposta, un seduta psicanalitica con induzione allo stato di ipnosi al fine di ricondurre sia la madre che il figlio in regressione al momento del delitto? Anche se questo credo che non sia probante in Italia e nemmeno legale
E se il gesto si dovesse ripetere?
CIO’ CHE PENSO;
che la signora Franzoni è innocente.
che sta sacrificando la sua vita per difendere la futura esistenza del figlio.
che sta offrendo la sua libertà per quella di Daniele.
che io giustifico il suo eroico sacrificio perché “sta scalando una montagna coi denti” per dire al mondo quanto è grande l’amore di una mamma.
che ai Giudici spetta il grande dilemma e la grande responsabilità: o la legge della Giustizia o quella della misericordia.
che delitto o non delitto:
che l’uomo rifletta!
——————–
Quando poi alle domande sulle motivazioni profonde accennate in premessa, queste saranno oggetto di una ulteriore riflessione su un piano esoterico, simbolico e biblico.
Accenno soltanto alla circostanza riportata nelle sacre scritture dove SAMUELE , profeta del Signore era stato a lui consacrato dalla madre ANNA che sterile ebbe la grazia di partorirlo e spirò tra le braccia di DAVIDE dopo averlo proclamato Re e che poi si rifugiò nel deserto per sfuggire ai suoi persecutori………
Grazie per l’attenzione e affettuosi saluti. Aspetto un commento Michele Blanco
http://michelangelok.spaces.live.com
_________________________________________________________________
@Michelangelo: In effetti, l’idea che la morte di Samuele potesse in qualche modo essere stata provocata dal fratellino mi ha sfiorato (e credo abbia sfiorato tutti) più di una volta. L’atteggiamento reticente della signora Franzoni e della famiglia sarebbe in questo caso comprensibile. Ma comunque fino ad un certo punto. Se sospettassi (o sapessi per certo) che il mio bambino più grande avesse inconsapevolmente provocato la morte del fratellino, forse anch’io cercherei di proteggerlo. Ma non per questo mi sentirei autorizzato ad indirizzare i sospetti (come invece è accaduto più volte, in ultimo con la richiesta della difesa di cercare il proprietario di uno zoccolo-scarpone) verso altri innocenti. Per il resto, non mi avventuro nelle esegesi bibliche. Non ho titolo per farlo e poi non mi pare il caso: visti i tempi che corrono non mi stupirei che a qualcuno venisse in mente di reintrodurre i metodi di Torquemada (e francamente aborro il sangue versato, soprattutto quando è il mio). Stessa cosa per le interpretazioni esoterico-simboliche, che, detto tra noi, non mi pare ci azzecchino molto (se non per una tragica coincidenza nei nomi) con il caso – straziante – di Cogne.
Sono d’accordo. Mi fermo qua.
La mia opinionesulle possibili interpretazioni esoteriche del simbolismo delle sacre scritture
che non sono, da studioso, una tragica coincidenza di nomi, non saranno oggetto di pubblicazione, per ora. Non è il momento, semmai dopo e nei siti opportuni.
Grazie per l’ospitalità e cordiali saluti michelangelo.
P.S. invierei mie riflessioni al Dr. Vespa ed ai lettori del sito, se fossi certo di non diventare invadente, sul “farsi suicidare” di Piergiorgio Welby.
Qual’è il rapporto tra il delitto Cogne ed il gesto di Piergiorgio Welby?
Apparentemente nessuno, ma tutti e due i casi oltre alla speculazione mediatica e politica hanno un fondamentale elemento che li accomuna: lo stato alterato di coscienza dettato “da un granello di sabbia della mente cosciente e superficiale” e non dal libero arbitrio che presiede e governa la mente profonda.
Quattro riflessioni in memoria di Piergiorgio: assalto al libero arbitrio
**********
Un granello si sabbia in memoria di Piergiorgio Welby
E se la sabbia del deserto fosse la verità?
La coscienza vigile, attenta, pensante, decisionale, serena o turbata, sana o malata, lucida o offuscata, razionale o irrazionale, libera o condizionata, quanta parte occuperebbe nel deserto della mente? Io dico: lo spazio di un granello di sabbia per l’uomo comune e per il genio, il poeta, l’artista, lo scienziato, il santo tanta sabbia quanta ne può essere contenuta in un pugno.
Ed ecco come una parte della verità sta in tutte le ragioni così come la ragione contiene sempre una parte della verità, sia del laico che del religioso.
Ma quanta? Prendi un pugno sabbia dal deserto: questa è la porzione di verità che ti offre la tua mente cosciente.
Il “farsi suicidare” da una condizione alterata della mente cosciente non sarà mai la decisione di un libero arbitrio padrone assoluto del Regno della Mente, laddove l’Individualità dell’Io più profondo, si ricongiunge con la matrice che l’ha emanato e ad essa identificandosi ne acquisisce, in potenza, attributi e divinità.
E la vita terrena di Piergiorgio programmata per sua libera scelta nella notte dei tempi ed intensamente vissuta in un attimo della sua eternità, anche se interrotta per le ragioni di un pugno di sabbia, nulla toglie ma molto aggiunge alla sua ricchezza spirituale d al suo cammino evolutivo nel ritorno al Padre attraverso quella scala di valori di cui tanta ne ha percorsa nella sua breve vita di quanto l’umanità nella maggioranza ne percorre in un secolo.
E questo è l’autentico patrimonio di Piergiorgio.
Per il resto: delitto o non delitto, che l’ UOMO rifletta!
***************
Un altro granello di sabbia per Piergiorgio Welby
Caro Piergiorgio,
anche io ho provato commozione per la tua sensibilità e per l’amore che hai nutrito per la vita e per tutti. Generalmente chi nutre tanto amore per gli altri ne ha un po’ meno per se stesso. Rispetto la tua volontà anche se rimango della convinzione che il tuo “Spirito” – la mente profonda – è rimasto ad osservare senza intervenire, con la “Sua autorità”, alla premeditata decisione.
Certo non te ne sei andato in silenzio.
A meno che, e ora ne sono convinto, l’abbia fatto di proposito per attirare l’attenzione del mondo scientifico, perchè all’uomo non serve l’accanimento ma la scoperta del farmaco, la prevenzione e la guarigione.
Una provocazione?
No! Una accusa precisa al “progresso”.
Si spacca l’atomo, si va sulla luna, si configurano e si organizzano miliardi e miliardi di informazioni in un piccolo monitor , che tutto lo scibile umano si chiami internet, si investono miliardi e miliardi per il benessere, per lo sport, la tecnologia…….e non si dirotta la maggior parte di tutte queste risorse per debellare la fame, le guerre e le malattie.
Mille, centomila scienziati dovrebbero essere rinchiusi in un bunker per uscire solo quando avrebbero risolto i problemi che affliggono l’uomo.
E che nessuno mi dica che è impossibile. Niente è impossibile all’uomo, se lo vuole.
E’ per questo che Cristo andò sulla croce, che il martire si fa Santo, che tu riscatti tutti i Piergiorgio che giacciono non in attesa che la legge li uccida, ma che l’UOMO LI GUARISCA.
***************
Una bara bianca per Piergiorgio.
A Loredana che mi ha inviato la canzone di Simone Cristicchi.
Grazie del commento e del testo della canzone.
Rispetto la tua riflessione su welby ed è molto poetica la canzone.
Ma l’autore è sano e pieno di vita e… di successo, mentre Piergiorgio era solo
tra tante ombre oscure, immerso e perduto nei suoi pensieri.
Anche lui ha scritto dei bellissimi versi poetici, toccanti e
pieni di amore per la vita e per il mondo intero.
E quando Piergiorgio scriveva era pieno di vitalità, di voglia di vivere, e anche con la sua sofferenza “correva” incontro alla vita. Ne sono convinto.
Uno Spirito elevato che sa di poter dare tanto, non decide di negare agli altri
e a se stesso le perle della sua stessa saggezza.
Tutto quanto, invece, girava attorno a lui, amici, familiari, medici, politici
era un elogio alla morte, un’attesa, un atmosfera lugubre e pregna di energia negativa. Nessuna esortazione alla vita, ma uno squallido movimento mediatico e politico.
La camera della morte allestita da tempo.
E il Gesto non s’è fatto attendere.
Un boia laureato per l’occasione e pochi intimi corvi neri furono le ultime immagini che i begl’occhi di Piergiorgio furono costretti a vedere mentre gli porgevano la cicuta.
Nessuno dei presenti avrà pianto. Le lacrime sono venute da chi non l’ha conosciuto.
*****************
Io ho pianto.
Ho pianto mentre scrivevo quest’ultima provocazione, perché sono emotivo e perché so di non essere compreso, questo poi credo che sia un mio karma.
Io non sarei mai capace di pensare di dire: ti amo, ti amo da morire ma ti tolgo la vita per il tuo bene, per non farti soffrire e perché tu me lo chiedi.
Qualcuno “grande più di tutti noi”ebbe a gridare nella sofferenza della croce: “Padre mio perché mi ha abbandonato”.
E che vuol dire?
Che l’aveva con Dio, che lo lasciava morire invece di salvarlo?
Che non voleva morire dopo che era venuto sulla terra e programmata la sua vita ed in particolari la sua morte?
Ed ancora ai suoi carnefici: “Padre perdona loro perché non sanno quello che fanno”
E che vuol dire?
Che la morte che stavano per dargli era tanto grave da non riconoscersi il diritto del perdono e invitava il Padre a farlo.
Non c’è perdono umano per chi si arroga il diritto di togliere la via di un uomo per nessun motivo.
Ed io non smetterò di scrivere provocazioni su provocazioni che hanno un unico obiettivo: Che l’Uomo rifletta!
Grazie per l’attenzione Michelangelo
http://michelangelok.spaces.live.com
Michelangelo:
ho sempre avuto quest’idea… ma il Ris ci dice che esclude il bimbo a causa della forza impiegata nel massacro….
Michelangelo, scusa se te lo dico, ma l’Altissimo non ti ha dotato del dono della sintesi…
ALL’ATTENZIONE DI BRUNO VESPA E MARCO TRAVAGLIO e BRUNO VESPA per il tramite il Gabinetto del dott. Cymbalus
che mi ospita e che ha pubblicato le mie riflessioni su “l’eroina complice di Cogne”.
E p.c. ai lettori del blog.
Data: 09/05/2007 ANSA Valle d’Aosta
DELITTO COGNE: TAORMINA DENUNCIA SAVIO A ORDINE TORINO
(ANSA) – TORINO, 9 MAG – Il professor Carlo Taormina, ex difensore di Anna Maria Franzoni, ha denunciato all’Ordine degli avvocati di Torino l’attuale legale della donna, Paola Savio, sulla base di alcune dichiarazioni che la Franzoni ha rilasciato in un’intervista al quotidiano La Stampa e pubblicate dal quotidiano il 6 maggio scorso.
“Ciò che secondo me è gravissimo – ha dichiarato l’avvocato Taormina in una intervista ad Asgmedia – è che in base a ciò che si legge nell’intervista si evince una frequentazione tra Annamaria Franzoni e l’avvocato Savio anche dopo il 5 gennaio, data in cui io tornai a essere unico difensore della Franzoni”.
Al centro della lettera, anche “l’incompetenza del Consiglio dell’ordine di Torino” in merito al fascicolo che lo stesso Consiglio ha intanto aperto su di lui a causa di una frase che il penalista avrebbe detto in merito alla linea difensiva dell’avvocato Savio, e che Taormina avrebbe definito “suicida”. Sulle dimissioni dall’incarico, Taormina ha sottolineato: “Annamaria dice il falso, le ho date io. Una liberazione”. Sull’assassino del piccolo Samuele il legale ha invece aggiunto: “Sono vicino alla corretta ricostruzione dei fatti. Annamaria è innocente. Parlerò solo se mi andrà di farlo”.
Sulla vicenda dell’uccisione del piccolo Samuele è intervenuto anche lo psichiatra Vittorino Andreoli che, in una intervista a Donna Moderna in edicola domani, ha detto: “La Franzoni racconta bugie? Non ci credo. Non esiste un solo caso di infanticidio in cui una mamma sia riuscita a tenersi tutto dentro. Prima o poi crolla e racconta la verità. La sentenza lascia troppi dubbi. E non va bene”. (ANSA).
Cari lettori,
cosa vogliono dire il dott. Andreoli : “Non esiste un solo caso di infanticidio in cui una mamma sia riuscita a tenersi tutto dentro” e l’avv. Taormina: “Annamaria è innocente, parlerò solo se mi andrà di farlo”.
Io penso che vogliono dire quello che ebbi a scrivere.
Che Andreoli è convinto che la Franzoni mente e che la “sentenza lascia molti dubbi”
Che la tragedia si è consumata nell’ambito delle persone in casa, e quindi se la madre è innocente, chi rimane?
Che Taormina non lo sospettasse, ma lo sapesse da sempre.
Che l’ha aiutata finchè ha potuto, fino al limite professionale, ma accortosi della enorme difficoltà a continuare a sostenerla cerca di convincerla a dire la verità.
Che la tenace resistenza di lei non più conciliabile con la sua maturata convinzione di non poter sostenerne la innocenza senza provarla (…”suicida…”), ha fatto maturare l’idea della rinuncia alla difesa.
Che, infine, Il libro pubblicato contro il suo parere gli abbia dato l’occasione per dimettersi (“…una liberazione…”).
A questo punto, io posso fare le mie riflessioni, il dott. Andreoli le sue considerazioni, ma l’avv. Taormina, per il ruolo che ha avuto, non può dire, a parere mio, quello che ha detto, senza dimostrarlo.
Michelangelo